Le buone pratiche di prevenzione orale nei bambini sono di fondamentale importanza. L’infanzia è il momento più delicato di apprendimento e vede il passaggio dalla tutela da parte del genitore, alla collaborazione con il bambino fino alla completa autonomia di quest’ultimo. L’odontoiatra, oltre a condurre i trattamenti alla poltrona ha il compito di guidare il processo, consigliando il genitore e istruendo il bambino.
Sono le stesse linee guida pediatriche curate dal Ministero della Salute a sottolineare con una specifica raccomandazione come sia scientificamente provato che le corrette abitudini di igiene orale vadano acquisite durante l’infanzia e rafforzate durante l’adolescenza.
Di seguito, riprendiamo uno schema molto chiaro da ildentistamoderno.com, sui diversi periodi e la gestione dell’igiene orale del bambino.
Età infantile – da 0 a 6 mesi: corrisponde al periodo pre-eruttivo. Dopo la poppata, il genitore deve detergere le gengive con una garzina umida.
Età infantile – da 6 a 12 mesi: a partire dall’eruzione dei primi elementi decidui, si effettuerà la detersione delle gengive e degli stessi denti con una garza o con un dito di gomma. L’uso dello spazzolino va introdotto il prima possibile, di modo da farvi abituare il bambino.
Età prescolare – da 1 a 4 anni: igiene praticata con spazzolino piccolo a setole morbide.
Età prescolare – da 4 a 6 anni: è il periodo della prima visita odontoiatrica, con annesse istruzioni di igiene orale e motivazione del paziente. Da lì, qualora non risultino carie, il paziente rientra nel regime di richiamo semestrale o annuale. In ambito domiciliare, lo spazzolamento viene effettuato sotto la supervisione del genitore.
Età scolare – da 6 a 10 anni: all’eruzione dei primi molari permanenti vengono impostate le sigillature dei relativi solchi e fossette.
Età prescolare – da 10 a 14 anni: qualora il paziente sia portatore di apparecchio fisso, viene ulteriormente istruito all’igiene e alla prevenzione della patologia cariosa.
